ROBERTO SAPORITO











Roberto Saporito "Alla ricerca del tempo perduto", 11/2001,
legno colorato, cm. 44x44 (Coll. Priv.)











Roberto Saporito "Alla ricerca del tempo perduto", 09/2000,
legno colorato, cm. 44x44












La pittura di Roberto Saporito prende il via dall'ACTION PAINTING (pittura d'azione) americana di artisti come POLLOCK, KLINE e DE KOONING, per approdare alla Pittura MATERICA di TAPIES e BURRI, per trovare poi però un autonomo percorso fatto di reinterpretazioni e nuove invenzioni.
Saporito, non accettando la pittura puramente visiva, trasforma il proprio mondo "letterario" in pittura, ma non traducendo il "tema" in figurazione, bensì costruendo l'immagine con equilibrata matericità, approdando al MONOCROMO come unica soluzione possibile. Ed è partendo dal "colore unico" che nascono i suoi "paesaggi urbani" materico-astratti: cioè Saporito parte da un concetto assolutamente reale, la metropoli contemporanea, trasformandolo, su tela, in un MONOCROMO grinzoso e informe. Quindi "concetto" reale ma risultato assolutamente "astratto".

ALBINO GALVANO (1990)











Roberto Saporito "Alla ricerca del tempo perduto", 12/2001,
legno colorato, cm.44x44











Roberto Saporito "Alla ricerca del tempo perduto", 09/2001,
legno colorato, cm. 44x44











Roberto Saporito è un giovane artista di Alba in provincia di Cuneo, svolge il suo lavoro molto meticoloso e privo di formalismi iconoclastici, la sua è una "pittura-pittura" come ci avrebbe detto lo scomparso Filiberto Menna che amava molto questo tipo di arte. Saporito porta una concezione nuova, diremmo quasi una riproposta percettiva del vedere e del fare "pittura" usando essenzialmente tonalità precise e schemi coloristici ben definiti con un rapporto "freddo" tra i colori.
Una pittura "fredda" che si è già iscritta da tempo alle mode che sono state alimentate oltreoceano da Collins e Milazzo e che hanno raggiunto già un apice di stanchezza e di esaurimento anche se il "mercato" dell'arte in Italia non ha ancora fagocitato tale tendenza dove non vede proseliti interessanti, ad eccezione di Roberto Saporito che contestualmente a ciò che si fa a New York lui da Alba in una solitudine estetica e culturale davvero forte dimostra dell'enorme coraggio ad affrontare una tematica dell'astratto geometrico così definito da certa critica a "la page": Neo-Geo.
Il rapporto visivo dei lavori di Saporito si divergono in assemblaggi di colori a volte a schema quadro ad esempio un rosso ed un blu oltremarino intersecato e diviso seccamente da una striscia verticale a banda larga gialla, quindi rosso-blu-giallo. Altre tonalità sono marrone chiaro-marrone scuro sempre a riquadri ed a loro volta mossi da piccoli riquadri inseriti nelle campiture. Tagli di rosso intersecato dal blu quasi nero. Punte di triangolo abbinate rosso e blu.
Il lavoro di Saporito è molto efficace e piacevole, i suoi sono dei quadri dove la dimensione del colore è in rapporto ad una precisa forma e codice che già ALBERS e Wittgenstein ebbero modo di decifrare in una maniera ineguagliata.

Manga (1991)











Roberto Saporito "Alla ricerca del tempo perduto", 09/2000
legno colorato, cm. 23.5x23,5











Roberto Saporito "Alla ricerca del tempo perduto", 09/2000
legno colorato, cm. 23,5x23,5











L'antica dicotomia, tra "caldo" e "freddo", cioè tra espressività umorale e ridondante da una parte, purista e riduttiva dall'altra, è una storia che attraversa tutto il secolo. Oggi in un contesto plurimo e diramato, l'opposizione non è così radicale in quanto non accampa su due postazioni chiaramente antitetiche (neo-espressionismo e neo-geo appartengono già a ieri); ciascun artista, infatti, pratica i sentieri che vuole, in una gamma infinita di possibilità. Tra il neo-barocco di un Patkin e l'mespressività tecno-industriale di un Taaffe, corrono tutte le varianti e le interferenze che la mente creativa è in grado di immaginare. Con ampi riferimenti al kitsch, al pop, al low. Roberto Saporito ha scelto la via della rinuncia. Ha sacrificato le seduzioni della materia, l'eloquenza della pennellata sensuale, per proporci dei monocromi assoluti, come la vernice di un'automobile, dove la pennellata scompare nell'omogeneità della superficie. L'acrilico fa tutt'uno con la tela e diviene elemento di un'entità che trova le sue ragioni oltre la pittura. Infatti gli elementi cromatici, non necessariamente freddi nell'intonazione (i rossi, gli aranciati non mancano) si costituiscono come parti di una struttura che aspira alla scansione architettonica. Le tele dipinte, ciascuna col suo colore saturo, generalmente cinque, si assemblano in ritmi che prevedono dei vuoti, delle pause; una costruzione primaria, compostissima e lineare (quasi una rievocazione di de Stijl) in cui si riassume il senso e la qualità dell'architettura urbana: muri, finestre, ma anche pilastri, porticati. Con i colori dissonanti di una città del nord che deve vincere le brume di un clima uggioso. In tutte queste strutture elementari e insieme dirompenti c'è infatti la risonanza emblematica della città, delle tipologie ideate per la comunità, di un costruire su scala collettiva. "Tempio urbano", "Museo urbano", "Neoclassico" (una sorta di omaggio alla neoclassica Trieste), quest'ultimo stringato capitello di ascendenza industriale che ha inghiottito in sé la storia, facendosi quindi anche segnale della derealizzazione in atto. La bidimensionalità, sinonimo di appiattimento, e la vivacità della superficie, tra loro coniugate, si lasciano quindi leggere come il vistoso retaggio di uno spessore smarrito. La pitto/architettura di Roberto Saporito contiene pertantol'immagine delle nostre geometrie urbane, votate all'inespressiva anonimia, nonostante l'attraente cosmesi della pelle, e, a volte, la nostalgia del passato sprofondato tra i meandri del postmoderno.
Maria Campitelli (JULIET ART MAGAZINE N.57 APRILE/MAGGIO 1992 )











Roberto Saporito "Alla ricerca del tempo perduto", 04/2001
legno colorato, cm. 82x82











Roberto Saporito "Estensione del dominio della lotta",
10/2000

PVC espanso e legno colorato, cm. 56x56










LA MOSTRA DI ROBERTO SAPORITO CONTINUA NELLA SECONDA SALA




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