Piziarte Arte Contemporanea

BODY AREA
AZIZ + CUCHER, ROBERT GLIGOROV, MEGHAN BOODY, JANIETA EYRE, YANG ZHENZHONG,
INEZ VAN LAMSWERDE, TIMOTHY GREENFIELD-SANDERS, RICHARD KERN, IZIMA KAOURU, ANDRES SERRANO

a cura di Manuela Cucinella, Patrizia Cucinella e Flavio Reali










TIMOTHY G.SANDERS "I REPLICANTI"
ed 4 anno 1996
fotografia tradizionale cm. 65 x 65









Timothy Greenfield-Sanders (1952 Miami Beach, Florida-vive e lavora a New York) è noto per aver ritratto personalità del mondo dell'arte, della moda, dello spettacolo, dello sport e della politica.

Nonostante molti dei suoi soggetti siano personaggi famosi, la sua attenzione è rivolta più al talento individuale che alla celebrità in quanto tale.

L' intero corpo d'opera di Greenfield-Sanders nasce con l'intento di dare vita a una sorta di Encyclopédie della Contemporaneità.









ANDRES SERRANO "SEMEN AND BLOOD 1"
ed 10 anno 1990
CIBACHROME cm. 85X115












ANDRES SERRANO "LESA LEWIS"
ed 10 anno 1998
CIBACHROME cm. 95x115









ANDRES SERRANO

La fotografia è un intenzionale riduzione della tridimensionalità del reale nella bidimensione del fotogramma .

Serrano introduce nell'ambito dell'immagine fotografica una torsione tipica che appartiene alla storia della pittura, adoperando gli strumenti del linguaggio fotografico.
Non lascia scattare il dito sulla macchina precipitosamente, bensì promuove una serie di relazioni e di rispecchiamenti, per cui arriva all'immagine mediante un rallentamento mentale e l'assunzione di una posizione di lateralità rispetto al proprio mezzo.
La foto non è casuale e istantanea, non è il risultato di un raddoppiamento elementare , ma di una messa in posa che complica e rende ambigua la realtà da cui parte.
Serrano trasporta la complessità della vita nel labirinto dell'arte, il passato e presente, la vita e la morte, il precetto e la violenza, il sacro e il profano .

Serrano ha riportato, nell'immagine fotografica la temporalità che governa l'arte.
Nella fotografia di questo autore, l'ottica non è mai psicologica, l'artista fonde iconografie appartenenti alla storia dell'arte con la cronaca del nostro quotidiano (tematiche sociali come l'aids e le malattie trasmesse attraverso il sangue, in generale).
La sua notorietà è legata ad un episodio ben preciso: il 18 Maggio 1989, il senatore Alphonse D'Amato stracciava nell'aula del Senato statunitense un'immagine di Piss Christ (un crocifisso immerso nell'urina).
Superfluo dire, che questo gesto, consacrava Serrano ad artista maledetto.
Attraverso i suoi lavori, Andres Serrano ha indagato i diversi aspetti della spiritualità contemporanea, sempre in modo estremamente provocatorio; gli argomenti affrontati sollevano questioni primarie della natura umana: sesso, religione, razzismo. Ricorrente la posizione critica, assunta nei confronti delle istituzioni repressive.



Nell'opera intitolata Fluids (fig. 22) compaiono tre foto: un primo piano di un contenitore colmo di sangue di bue, un altro pieno di piscio e un terzo di latte.
Nelle mie intenzioni erano delle monocromie, le avevo pensate come una dimensione pittorica che utilizzava dei liquidi monocromatici .
L'opera Fluids era, quindi, un tentativo di utilizzare i fluidi corporei come colore.
Considera sangue ed urina come fluidi colorati privi di memoria, dunque non esita a mischiarli per ottenere fotograficamente l'effetto voluto. .
Considero anti-fotografiche queste immagini, i rapporti spaziali e la prospettiva sono totalmente ignorati", afferma Serrano .

Serrano chiama la sua un'anti-fotografia, non cerca un'idea di bellezza a tutti i costi, anzi eleva ad arte anche immagini decisamente volgari (una donna che masturba un cavallo, una nana che ha che fare con un pene più grosso di lei, una donna che sodomizza il suo partner con un fallo-protesi di plastica).
Le opere sono costituite da ritratti e i soggetti guardano in modo diretto nella macchina fotografica con un atteggiamento realistico, apparentemente in contrasto con i loro atti.
"Sono più interessato a catturare le immagini già presenti nella mia mente, piuttosto che fotografare la realtà" .

Del 1998 è la serie Bodybuilders , con la quale Serrano indaga nel mondo delle donne che si dedicano professionalmente al body-building. Del 2001 è la serie The Interpretation of Dreams, nella quale il controverso artista si addentra nel mondo dell'inconscio, rappresentando galleria di sogni, incubi, fantasie.
Serrano è uno dei fotografi più discussi e discutibili dell'ultimo decennio. Quando si parla di lui la critica spesso si divide in chi ne esalta le doti anticonformiste e trasgressive e in chi denota in queste solamente un atteggiamento a sfondo pubblicitario .

Resta innegabile, al di là di tutto, la grande qualità fotografica, fatta di luci artificiali ben dosate con quella ambiente, e di colori caldi e avvolgenti.










ROBERT GLIGOROV "ENDO"
ed. 2/9 anno 2000
fotografia digitale cm. 92x112









ROBERT GLIGOROV

l'estro mi spinge a narrare di forme mutate in corpi nuovi. o dèi-anche queste trasformazioni furono pure opera vostra.
seguite per favore la mia impresa e fate che il mio canto si snodi ininterrotto dalla prima origine del mondo fino ai miei tempi.
Ovidio, Metamorfosi, libro I.


Nei lavori fotografici, nei dipinti e nei filmati dell'artista macedone, il corpo è l'unico e costante protagonista, sfidato nella sua resistenza psicofisica, nei suoi limiti e nella sua identità.
Un corpo in divenire. Molteplice, proteiforme, che si trasforma e si scompone per ricomporre una nuova soggettività.
Un corpo rapito dalle possibilità metamorfiche della materie, delle sue possibili manipolazioni, un corpo che sconfina nell'artificiale, che estremizza la carnalità, un corpo fatto di paure e fantasie che si realizzano.

L'ossessione del corpo mutante, ci porta inevitabilmente al confronto con la sua più terribile e naturale trasformazione: la corruzione operata dalla morte.
Waiting, due fotografie scattate ad un mese di distanza ad una giacca di carne bovina, indossata da Gligorov, è una riflessione provocatoria su questo tema.
Waiting mostra la morte al lavoro, ce la rivela nel suo inquietante processo fisico; la giacca è spaventosamente concreta, così grassa e viscida, che sembra quasi di indossarla, è sanguinante e disgustosa, la sguardo ne è catturato e mosso al tempo stesso, da contrastanti sentimenti di attrazione e repulsione.
Siamo in presenza della sconfitta, della fragilità e della vanitas della nostra carne.
Abbiamo poi Orange Face e degli altri morphing, realizzati fondendo la propria immagine con elementi del mondo vegetale e minerale, vere e proprie mutazioni genetiche, dove non è più possibile rintracciare il confine tra umano e non umano, organico e non organico.
Oltre l'organico e l'inorganico, il maschile e il femminile, oltre qualsiasi schema omologante, il corpo ammaliato da se stesso, il corpo "di Gligorov", si apre a tutte le sue potenzialità mutanti, deviando dal reale e sprofondando nella visionarietà .

In Blue Boy , l'artista impugna un grosso pennarello blu e, come seguendo un rituale, comincia a ricoprire il proprio corpo di segni, le mani, le braccia, il petto, la faccia.
I segni si infittiscono fino a diventare tatuaggio.
Il tatuaggio è un passaggio, un percorso che, la maggior parte dei performer, o degli artisti della body art, hanno esperito: Jane Wilson, Ron Athey, Hans Rudy Giger, Manuel Vason, Jenny Holzer, e tanti altri.
Quando la pelle è tatuata, viene incisa, aperta e perforata da segni volontari che creano zone permanentemente autonome, diventa luogo di una moltiplicazione di aperture al mondo e di ulteriori incarnazioni del desiderio dell'altro.
Tatuaggi, scarificazione, implants, body piercing, definite anche pratiche di decorazione permanente, sono pratiche carnali che marcano in modo indelebile la corporeità, definite anche, più recentemente, fleshworks (opere della carne).
Il tatuaggio prende il suo nome dal batter ripetitivo, è una parola onomatopeica di origine taitiana (ta tau).
Il tatuaggio è stato interpretato in maniere molto diverse fra loro. A volte come segno di distinzione, onore e appartenenza, e altre come marchio di infamia e disonore.
Possiede una qualità nomadica e rizomatica, da sempre presente sui corpi migranti e in transito: i corpi dei marinai e dei marginali, dei circensi, dei soldati, dei teatranti, dei viandanti e dei ribelli.

Il tatuaggio diventa così capace di azionare il divenire del soggetto.
Le pratiche di body marking possono essere considerate come una mappatura del soggetto, o meglio come una sua rimappatura e un modo di scrivere nuove storie Il corpo marcato, paradossalmente diventa un corpo fluido









MEGHAN BOODY "the treatment uncovered signs of the young bride's condition"
ed 3 anno 1994
fotografia digitale cm. 115X95









MEGHAN BOODY

Nata nel 1964 a New York City (USA).

Boody crea elaborazioni surreali e storie psicologiche che narrano della metamorfosi delle giovani ragazze nell’adolescenza.
Fotografa modelle e amiche che si atteggiano e posano come figure simboliche per le sue composizioni finali composte con l’uso del computer e della fotografia digitale.









INEZ VANLAMSWERDE "MARKUS"
ed 7/10 anno 1996
foto digitale cm. 80X105









Inez van Lamsweerde, che da anni collabora con Vinoodh Matadin, suo compagno nella vita, è una delle fotografe più radicali nel campo dell'arte contemporanea e della moda. Le due sfere d'interesse s'intrecciano in modo misterioso e continuo senza che vi siano confusioni o sconfinamenti. Inez van Lamsweerde deve essere considerata una delle poche artiste che mette la tecnologia digitale (una delle prime a farne uso) al servizio dei propri contenuti, abbandonandola nella struttura dell'immagine. Per l'artista le manipolazioni digitali sono più interventi di antropologia visiva che alterazioni con il morphing. Le sue fotografie assumono le nuove frontiere dell'etica insieme alla violenza dei media che propongono immagini stereotipate dei concetti di maschile, femminile, sesso, bellezza e innocenza. Questa sua riflessione e questo suo lavoro sull'immagine del corpo, sempre patinato e inquietante, le valse l'invito nel 1995 da parte di Jean Clair alla Biennale di Venezia dedicata a Alterità e identità. Lo scorso novembre nel museo di Groningen si è svolta una ampia retrospettiva dedicata alle sue foto di moda. Nella mostra alla Stazione Leopolda l'artista presenta 150 fotografie. Pitti Immagine discovery intende così documentare l'attività dell'artista con alcune importanti aperture sulle sue straordinarie fotografie di moda (ha collaborato con le riviste più importanti e collabora continuativamente con V magazine) e sulle sue campagne pubblicitarie (ricordiamo solo le più recenti: Giorgio Armani cosmetics e Balenciaga nel 2000, Gucci 2001).

La mostra, allestita da M/M di Parigi, uno dei gruppi di designer più interessanti del momento, appare ai visitatori come un grande set cinematografico popolato dalla folla di persone che animano le fotografie dell'artista. L'atmosfera è raffreddata da una luce simile a quella di un chiaro pomeriggio d'autunno a New York. Architettura, luce, immagini formano un insieme organico, un luogo in cui ogni cosa è possibile, dove la tensione alla trasformazione appare come una delle necessità della contemporaneità.

Inez van Lamsweerde è nata a Amsterdam nel 1963. Ha frequentato la Vogue Academy of Fashion di Amsterdam (1983-1985), il dipartimento di fotografia della Rietveld Academy of Art di Amsterdam (1985-1990) ed è stata artista residente al PS1 Institute of Contemporary Art di New York (1992-1993). Ha vinto il Dutch Price for Photography (PANL) nel 1992 e il Kodak European Price. I suoi lavori sono esposti nei principali musei del mondo.



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