ANGELA VIOLA
"Non Luoghi"

PiziArte galleria d'arte contemporanea Teramo












Angela Viola "149, 872 Libre CONTRO 68 Kilogrammi" 2005
Olio, acetato, collage e cotone rosso su tela
Cm 107 x 70










Angela Viola "270145" 2005
Tecnica mista su tavola ( acetato, cartone fotografia B/N)
cm 30 x 20











Angela Viola "Di che lettera sei tu?" 2005
Tecnica mista su carta (libretto per necrologio, inchiostri, acrilico)
cm 40 x 50







ANGELA VIOLA

" NON LUOGHI "

Una linea ininterrotta di profondità, una serie di scorci di un immaginario che produce eventi visivi comunicanti l'un con l'altro attraverso fessure; singolare episodio di una dimensione del fare arte quello di Angela Viola che non approfondisce, non interrompe, non analizza ma si lascia semplicemente andare al flusso della scoperta mediante il dialogo tra i suoi pensieri; è contegno, è una dimensione austera e riflessiva, è la possibilità del linguaggio di diventare esistenza.
In controtendenza con il sistema dell'arte attuale, che privilegia grandi formati e opere dalla forte valenza spettacolare, evitando inoltre il richiamo dei soggetti glamorous o provocatori, l'artista sceglie la strada più ardua per comunicare, prediligendo i silenzi di sofisticate atmosfere un pò retrò cui giunge attingendo direttamente dai mercatini dell'usato.
La Viola ha imparato a costruire un lavoro "spogliato del superfluo", fatto di forme semplici e materiali essenziali, dove può trovarsi come sola nota di ricercatezza un sigillo di ceralacca, un elettrocardiogramma, un feto, la simbolica lampadina elettrica e su tutti il costante filo rosso, tirato, spezzato, raggomitolato, sanatore di ferite ma sempre manifestazione del corso della vita e dei rapporti interpersonali, conduttore della narrazione portata avanti mediante uno sguardo compassato , calmo, ricco di sottigliezza poetica e di rispetto per gli uomini e per la sacralità della loro esistenza.
Nelle sue opere fanno la loro comparsa appunti, pensieri, ritagli di giornale, lettere realmente scritte, frammenti di civiltà e testimoni fossili della vicenda di un individuo non identificato o della società tutta; è a questi oggetti, consumati dall'uso e testimoni del tempo che la Viola affida la custodia della nostra storia nelle sue opere evocative che pretendono molto dal volume in cui s'inscrivono mercanteggiandone i dettagli.
Controllo razionale e immediatezza artistica operano insieme tramite la mano della pittrice che non dà suggerimenti, non offre appigli sicuri e si trasforma in demiurgo, perchè l'alfabeto che usa fà parte della cosmologia personale, della perpetua scomposizione e ricomposizione del proprio universo, in una virtualità combinatoria dagli sviluppi inaspettati non meno che paradossali.
La memoria, la storia del passato, anche la cronaca più recente sono il deposito del "già detto" ed è da qui che bisogna cercare la citazione per esprimersi. Ma la storia che l'artista sceglie per le sue citazioni è solo quella filtrata dalla memoria, evitando in tal modo di rievocare il passato in formule di falsificazione storica; piuttosto, solo accennando a quel frammento di vicenda che più la colpisce, può lasciare attorno ad essa il segreto celato dietro gli spiragli, le finestre, le aperture che suggeriscono lo spazio raccolto, intimo ma allo stesso tempo surreale, il "non luogo" che ci troviamo a contemplare. Ad aiutare lo spettatore a trovare un contesto sono le foto che, rivelando gli aspetti che un'osservazione distratta non riesce a cogliere, ci restituiscono il sapore del momento in cui vennero scattate regalandoci un intenso attimo di vita vissuta.
Come le migliori avanguardie Angela Viola riesce magistralmente a giocare con il fascino dell'ambiguità del linguaggio, soprattutto nella costruzione spaziale realizzata mediante la sovrapposizione e la successione dei piani che a volte si offrono allo spettatore come inganni della percezione, ne risulta una superfice scandita ma fortemente stabile. Ponderata anche la scelta tonale in cui la quasi totale bicromia ci fà intraprendere un arduo viaggio all'origine della purezza sociale.

Giulia Amodeo








Angela Viola "La camera della sposa" 2005
Tecnica mista su tavola (Filo di cotone rosso, collage, fotografia B/N, grafite)
Cm 20 x 30











Angela Viola "La camera dello sposo" 2005
Tecnica mista su tavola (Busta, smalti, fotografia B/N)
Cm 30 x 150











Angela Viola "Mi maleta roja" 2005
Tecnica mista su tavola (Collage, filo rosso, plastica, targhetta)
Cm 20 x 30











Angela Viola "Passioni Infrante" 2004
Installazione
Plexiglas, tecnica mista su carta, cofanetti in plastica, cavo unipolare rosso e chiodi
Cm 150 x 120 x 6











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